Figure filiformi.

21.11.2013 09:57

In uno schizzo fatto nel silenzio dello studio,  mentre la mano impugna una matita e  cerca nel caos di un foglio lo spunto per identificare un pensiero, nascono forme che racchiudono un particolare fascino,  poi,  l’attenzione attratta da queste , cerca nei particolari di definire un concetto, che nato nel vuoto, non concede ripensamenti. Nascono cosi le figure filiformi, per caso, nella precarietà di tutto, la mente che non segue un pensiero, la mano che cerca nel nulla , dove tutto è giustificato dal silenzio, il tratto è sciolto e spontaneo,  si definisce da solo e racchiude la fragilità tipica di queste figure.

Poi, a distanza di un periodo indefinito, ritornano, cosi come sono nate, sicure ed arricchite di vita propria e nella certezza della comprensione, chiedono di essere trasformate.

…poi tutto si ripete, il metallo si adatta alle forme imposte dalla mano,  che inconsciamente  segue le variazioni delle forme, i particolari si appellano a tecniche conosciute, perché, il loro pensiero mira a una definizione che dovrà nell’ insieme raccontare anche la vita dell’ autore, la figura concepita in  uno schizzo, nasce in laboratorio, è li,  pronta al suo racconto,  un racconto che parla di un artista e delle sue paure, di una storia nata dal nulla, dove nel silenzio di uno studio si è  compreso il senso della vita.